La composizione è vincitrice nel 2017 del Concorso di composizione musicale nella tradizione ebraica ed è stata trasmessa su Rai Due durante la trasmissione “Sorgente di Vita” ed eseguita dal vivo su Rai Radio Tre durante la trasmissione “Piazza Verdi”. Il termine Shirah significa canto in ebraico e sintetizza il carattere melodico del brano.Si tratta di una melodia scura e malinconica, affidata al timbro della viola solista. Nell’a solo di apertura essa si sprigiona dal registro grave dello strumento per raggiungere in un crescendo energico il registro acuto. La composizione è strutturata in diversi episodi d’insieme, collegati da alcune parti solistiche della viola che vengono accompagnate solo dai pizzicati del violoncello. Il quartetto accompagna inizialmente la parte solistica ma presto le parti del quartetto si sciolgono in un dialogo con essa. Nell’episodio centrale l’atmosfera diventa più tesa e drammatica. I ribattuti meccanici del quartetto contrastano gli slanci melodici della viola, sviluppando un discorso che culmina in un crescendo sull’acuto. Nell’episodio seguente la melodia malinconica della viola ritorna variata ma presto viene abbandonata dal quartetto nell’ultimo a solo di viola che sfocia in una chiusura d’insieme vigorosa e dal carattere rabbioso.
Prima esecuzione: Casa della musica Parma
Speciale Rai Due durante la trasmissione Sorgente di Vita del 25/12/2017
Il brano nasce da una richiesta del violoncellista Fausto Castiglione e della sua Orchestra Suzuki di Cosenza per una composizione che gli potesse rappresentare a un Convegno Nazionale del Metodo Suzuki. Come indicato dal titolo, il carattere gioioso e solare pervade tutta questa composizione. I ritmi di tarantella si uniscono alle influenze delle tecniche minimalistiche in un continuum energico. Dal grave dei violoncelli si introduce una struttura ritmica scarna, sopra la quale prendono vita elementi melodici che si ripetono e si trasformano continuamente per tutta la durata del brano. Flauti e violoncelli giocano ad alternarsi e a unirsi in una danza piena di vita.
La composizione ha un carattere spiccatamente ritmico evidenziato da sincopati e dalla motricità dei passaggi. Le arpe, come due gemelle, danno vita ad un unico oggetto, completando disegni arpeggiati o eseguendo contemporaneamente lo stesso disegno in ottave diverse. A queste sonorità massicce d’insieme si contrappongono momenti in cui le due arpe espongono alternativamente lo stesso tema su armonie diverse. Questo gioco di indipendenza e unione tra le due arpe gemelle caratterizza tutto il brano che nonostante la malinconia del modo dorico conserva un carattere leggero e frizzante.
Una composizione molto mediterranea che si ispira ai magici giardini della Magna Graecia dove, in mezzo a tanta bellezza, si plasmava la cultura dell’umanità. Un’arpa sola introduce nell’arcaico modo dorico una melodia, inframmezzata dall’aria delle pause. Come un soggetto di fuga, essa richiama le altre arpe in un intreccio contrappuntistico che modula continuamente dal punto di vista armonico. Dopo un episodio burrascoso di scale e glissandi, un primo punto culminante ci porta verso una seconda seziona più riflessiva. La melodia trasformata viene esposta alternativamente dalle tre arpe in toni diversi su accompagnamenti differenziati ritmicamente. Essa viene smembrata un po’ alla volta in un dialogo tra la prima e la terza arpa mentre la seconda arpa mantiene la pulsazione. L’intensificazione ritmica rende la seconda arpa protagonista in un’ascesi verso il registro acuto, ma dopo aver smorzato i toni ci porta alla ripresa della melodia iniziale, la cui calma malinconica si estende sulle armonie sospese della terza arpa. L’intreccio contrappuntistico viene ripreso tra le arpe ma dura poco, poiché il ritmo incalzante della seconda arpa porta il dialogo verso una chiusura in fortissimo su un accordo sospeso di settima.
L’atmosfera leggera e piacevole di una serata estiva ispira questa composizione che assomiglia per forma e contenuti a una canzone. Si apre con un’introduzione costruita con suoni sparsi, lasciati vibrare in pianissimo, sopra i quali prende vita una melodia spezzata. I suoni piano piano si avvicinano e formano un continuum ritmico che accompagna e rende vita a una melodia che si muove modulando tra le arpe. Questo canto sfocia in un motivo da ritornello che viene ripetuto diverse volte, imprimendosi facilmente nella memoria di chi ascolta. A conclusione del brano i suoni si scompongono di nuovo, lasciando nell’aria le vibrazioni di una serata magica.
The opening compound time section of this piece grows from a tiny alternating semitone motif into a full blown piece of music. Melodies float across the top and bottom of the texture. The middle section switches to simple time with leaping semiquavers in all parts. These two sections alternate until the compound time idea wins and takes the piece to it’s conclusion. Some tricky notes and rhythms in the higher parts, the lower ones are simpler.
Pubblicazione Forton Music England